Biagio, inizialmente nominato vescovo di Sebaste in Annenia, durante la persecuzione di Licinio in Oriente, nel 314, iniziò una vita da eremita. Secondo le leggende nate intorno alla sua figura, egli guariva gli animali con il segno della croce e quando fu rinchiuso in prigione, dove fu in seguito decapitato, continuò ad operare guarigioni sugli ammalati. Nell'iconografia popolare l'elemento che lo identifica è il pettine, che è il mezzo di tortura subito. Il santo è anche considerato il protettore dei mali alla gola, in seguito ad un miracolo che lo stesso fece salvando un bambino che stava soffocando a causa di una lisca di pesce conficcataglisi in gola, mentre fu la padrona di un maialino guarito dal santo, a dare origine alla tradizione delle offerte votive. Le vicende leggendarie del santo hanno determinato una larga diffusione del suo culto, infatti è anche patrono di Comiso, un paese in provincia di Ragusa. I festeggiamenti dedicatigli si svolgono dal 5 al 9 luglio, con la preparazione di grandi fanali dipinti.
Nella cultura contadina il santo è molto amato perche protegge la semina; infatti anticamente, prima di seminare i terreni, si usava andare in chiesa con un sacchetto di cereali affinchè fossero benedetti dal parroco e quindi sparsi sul terreno seminato.
Nella festa di san Biagio, che viene celebrata il 3 febbraio nella chiesa del Rabato, una delle più antiche borgate di Salemi, vi è l'usanza di preparare dei pani votivi. Questa usanza, collegata alla tradizione del santo protettore dei mali che affliggono la gola, consiste nella preparazione di tre forme tipiche di pani: "li cudduredda", pani la cui forma rappresenta la gola; "li cavadduzzi", pani a forma di cavallette, in ricordo di quando nel 1542 le cavallette invasero la campagna di Salemi e furono debellate grazie all'intervento del santo; e infine pani a forma di mano, "la manina di san Brasi", e di bastone fiorito da un lato, simbolo di fertilità.
I preparativi hanno inizio circa una settimana prima della festa per il patrono ed il 3 febbraio i pani vengono benedetti e distribuiti ai fedeli. I cuddureddi di san Biagiu sono largamente diffusi anche in altre parti della Sicilia: come a Racalmuto dove per la festa del santo vi è l'usanza di consumare per devozione soltanto i pani votivi a forma di trachea o di barba che vengono chiamati "varva di san Bilasi".