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L'Italia va alla RoboCup

In relazione all'attività promossa dalla Federazione Interna-zionale RoboCup, anche in Italia è stata avviata una ricerca e sperimentazione nel settore, sin dalla prima competizione internazionale di Nagoya, nel 1997.

Già in quell'anno, infatti, è stato costituito il Comitato scienti-fico nazionale italiano aderente alla Federazione internazionale, e una squadra dell'Università di Padova, il PaSo -Team (The University of Padua Simulated Soccer Robot Team), ha partecipato con onore alla competizione internazionale di Nagoya nella ca-tegoria per simulatori. Nell'anno successivo, è stato poi costitui-to - presso il Consorzio Padova Ricerche - il Progetto nazionale RoboCup-Italia, al fine di promuovere lo sviluppo delle meto-dologie e tecnologie che permettano la partecipazione di squa-dre italiane di robot, sia reali che virtuali, alle competizioni ita-liane, europee e mondiali di calcio fra robot, sponsorizzati dalla Federazione internazionale.

È stata così costituita ART (Azzurra Robot Team),Il logo della ART la prima squadra italiana di robot calciatori, attraverso una collaborazio-ne fra le Università di Brescia, Genova, Padova, Palermo, Parma e Roma e il Politecnico di Milano. ART ha partecipato alla Robo-Cup 98, svoltasi a Parigi, e alla RoboCup 99 di Stoccolma.

Per sviluppare il complesso insieme di strumenti hardware e software necessari per far comportare in modo intelligente i robot, non solo sono necessarie le competenze scientifiche e tecniche relative, ma è indispensabile l'entusiasmo di giovani che dedichino molte ore di lavoro allo sviluppo sia dei robot autonomi sia dei sistemi simulati.

In particolare, l'obiettivo di ART è quello di costruire un team di robot sfruttando le diverse esperienze dei partecipanti al progetto, che abbiano differenti caratteristiche hardware e software, ma siano capaci di coordinare le loro diverse abilità all'interno del team. Perciò ART è composta da diverse tipologie di giocatori, costruiti principalmente attorno a due strutture meccaniche, una acquistata sul mercato (la base mobile Pioneer), e una progettata originariamente al Politecnico di Milano (la piattaforma MoRo). In ART ci sono attualmente due robot portieri. Uno - Saracinescu,Il leggendario portiere azzurro "Saracinescu" nome di dubbia origine sarda - allestito dall'Università di Brescia su piattaforma Pioneer, ha già giocato a Parigi lo scorso anno riscuotendo grande successo, e risultando forse il miglior portiere del campionato. Questo robot è dotato di un sistema divisione onnidirezionale, e basa le sue capacità difensive su un comportamento squisitamente reattivo. L'altro portiere, progettato dall'Università di Parma sempre su base Pioneer, è dotato di due telecamere che sovrappongono parzialmente il loro campo visivo.

Gli attaccanti/difensori sono stati sviluppati seguendo tre diversi approcci. Presso l'Università di Roma si è scelto di costruire, su piattaforma Pioneer, un software per il ragionamento automatico e la pianificazione, utilizzando l'ambiente di programmazione SAPHIRA. Il robot è inoltre stato arricchito con alcuni strumenti di autolocalizzazione. Ogni robot è dotato di un visore onnidirezionale. Il robot giocatore sviluppato su base mobile Pioneer in cooperazione fra l'Università di Genova e l'Università di Padova utilizza invece una struttura di controllo basata su un nucleo di sistema operativo in tempo reale costruito in ambiente Linux.

Uno dei problemi più importanti che devono essere affrontati e risolti è quello del coordinamento fra i robot. Un meccanismo consistente di arbitrato sta alla base di ogni capacità di esprimere comportamenti collettivi coordinati da parte di gruppi di robot. Un reale coordinamento fra i robot può avvenire solo se i singoli robot sviluppano azioni complementari utilizzando una qualche forma di predizione del comportamento dei compagni.

In prima istanza, ciò può essere realizzato tramite un sistema di comunicazione esplicita delle intenzioni di ciascun componente della squadra verso un robot referente, capace di interpretare le informazioni e rivederle opportunamente.

In conclusione, la ricerca può trarre notevoli benefici dallo sviluppo dell'attività in ambito RoboCup. Di questo importante fattosi sono resi conto sia la AI*IA (Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale) sia la SIRI (Associazione Italiana di Robotica), che hanno patrocinato la costituzione del Progetto RoboCup-Italia. L'auspicio migliore è che anche aziende italiane significative nel settore dell'automazione industriale e dei servizi vogliano entrare come finanziatori delle attività di ricerca e di sviluppo tecnologico, per permettere al nostro paese di restare al passo con i paesi più avanzati, come Germania, Giappone e Stati Uniti.

Per maggiori informazioni sulle attività della RoboCup in Italia, contattare il sito: http://www.unipa.it:

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